riesco meglio ad affogare

E se staccano la mano che mi regge dalla pancia la paura è tanta,non mi sento ancora pronto.

sabato 30 gennaio 2010

Danny il temerario,Candy è scomparsa


Ormai Matilda aveva raggiunto il culmine quel pomeriggio.
Sala da fumatori in un centro scommesse completamente ubriaca.
Suonava sorprendente la scelta che solo 168 ore più avanti avrebbe chiuso con quella vita.
Avrebbe smesso insieme a lui,avrebbero trovato qualcosa di bello da fare.
Basta con l'alcol,basta fumare.
Avrebbero ricominciato una vita tranquilla,da far invidia a Tricarico.
Bastava cercare qualcosa di bello da fare,in fondo eran solo 7 giorni.
Lui era un essere speciale,una meravigliosa creatura.
Le ricordava sempre uno di quei punk amici di Christiaine F,di quelli adulti e affascinanti che la facevano impazzire.
Avrebbe fatto benissimo parte della coreografia dello Zoo di Berlino.
Lei lo adorava,lo idolatrava,lui la spaventava.
Era un esubero di caos ai suoi occhi,un Big Bang carico di emozioni mai provate.
Lei mai e poi mai sarebbe riuscita a tenergli testa.
Forse non era altro che una marionetta nelle sue mani.
Però la ammaliava,anche solo con semplici parole.
E nessuno come lui riusciva a trasmetterle simili emozioni.
Perché era una persona difficile,un caso clinico da Valium,un drogato di Xanax e Paroxetina.
E la gente non l'aveva mai soddisfatta.
Voleva una convivenza,Matilda,più di ogni altra cosa.
Voleva essere l'opera d'arte di qualcuno. Voleva essere la sua Candy,il suo paradiso.
Non desiderava davvero altro.
Sapeva che però tutto ciò era irrealizzabile.
E mentre lei era lì a scolarsi litri e litri di birra chissà che cosa stava facendo lui.
Quante altre donne avrebbe incontrato.
Quante ne avrebbe scopate,forse per amore,forse per inerzia.
Si sentiva una nullità ai suoi occhi,una sigaretta da fumare e gettar via.
E ora che l'alcol era entrato in circolo era più facile esprimere le sue emozioni.
In fondo non era colpa sua se era nata nel lato del mondo giusto,nel posto più sbagliato.
In fondo non era colpa sua se le sue esperienze l'avrebbero portata a un maturamento pari a un elettrocardiogramma piatto.
In fondo lei non ne poteva davvero nulla.
E poi poco importava se la vita era una merda,avrebbe tirato avanti comunque.
Lo stesso Buk diceva che nulla profumava meglio della merda dei poeti.
E il vecchio Charles non era poi così diverso dal caro signore baffuto che offriva birra in stazione,che seppur non pensasse al denaro e al cielo a donne andava lo stesso.
Al massimo sarebbe stata fottuta un'altra volta,silenziosamente,tenendosi le lacrime dentro.
Non avrebbe emesso un sussulto se non per colpa del suo cuore.
E peggio di così non poteva andare,se non distruggendo tazzine al bar o programmando rave diurni in parchi sovraffollati di genitori con bimbi al seguito.
E non tutti partivano in treno alle nove di sera,altri andavan via solo di cervello.
E se tutto ciò che accadeva avesse avuto bisogno di un senso il giorno quasi concluso apparteneva al paradosso,bisognava ammetterlo.
E in fondo Joey le sorrideva ora che aveva un'aria così felice,probabilmente bastava davvero così poco.
E se Pascal riteneva che ci sono ragioni del cuore che sfuggono al controllo della mente,Matilda credeva in una visione molto più moderna della frenesia.
Qual'è il prezzo della passione?
Il paradiso? L'inferno?

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