riesco meglio ad affogare

E se staccano la mano che mi regge dalla pancia la paura è tanta,non mi sento ancora pronto.

martedì 12 gennaio 2010

se non vuoi riderci su,ridici giù



Anche quella mattina era stato un incubo svegliarsi. Scendere dal letto senza conoscere il perché. Soliti volti,soliti discorsi di sempre. La monotonia distrugge l'essere umano più che le bombe a mano. Poi eravamo ancora in piena guerra fredda,non ci parlavamo ma esplodevamo di pensieri. Seghe mentali difficili da spiegare,che siamo amici e nemmeno amanti io e Lorenzo. E se c'è qualcosa di tremendo è doversi tener dentro le cazzate di ogni giorno,poterle raccontare ogni tanto solo a Matilda. In radio scorrevano notizie patetiche,narravano di come non fosse l'immigrazione a creare il lavoro nero,ma il lavoro nero a creare immigrazione. Mi crolla tutto ora che scopro che i clandestini non sono qui per turismo ad ammirare le bellezze dell'Italia. Dubbi amletici sulla natura di un romantico a Milano,che se non fosse Oscar Wilde avrei gettato ore e ore della mia vita. Che per tentare di parlarti vendo l'anima al demonio. Poi mi dicono che gli idoli della mia adolescenza sono persone noiose,ed effettivamente hanno ragione. Tanto anche oggi non riuscirò a prender sonno e penserò che mi sento tremendamente solo. Tanto il mondo non deve tener conto di me,gli anelli deboli della catena sono da sempre destinati a soccombere. Tanto non c'è la cura,e questa volta Bianconi ha la meglio su Battiato. Due B a confronto,a quanto pare. Negli stessi fiumi torneremo all'infinito e per quanto l'acqua possa esser cambiata finiremo ancora per bagnarci. Sul latte versato io ci piango comunque,anche se non costa più 70 lire. Anche se è avariato. E' pur sempre uno spreco,e certe cose non vanno giù nemmeno con un pò di zucchero. Ed ormai l'unico passatempo che mi resta è scrivere,ma finisco sempre per copiare Vasco Brondi. E la cosa irrita,assai. In fondo dovrei gioire poiché ho ritrovato gli auricolari. E non preoccuparmi,prenderla con calma. Anche se sembro un pagliaccio. Anche se sbatto la testa contro la porta del treno non riuscendo a stare in piedi. Anche se nessuno mi seguirà a fare due passi nel telefilm con starman in sottofondo. Perché non è la prima volta. Non è la prima volta che non ho più fiducia nell' umanità .

E intanto Matilda mi guarda e scommetto che un pò si trattiene dal ridere,perché a forza di sentire certe cose l'unica soluzione credo che sia proprio quella.

1 commento:

  1. La fiducia nell'umanità si perde. Facilmente. Nelle persone che abbiamo intorno, più che mai. L'unica luce che non dobbiamo perdere è la speranza di poter trovare qualcuno pronto ad ascoltarci, non ad aiutarci, ma ad ascoltarci. A farci realizzare di essere nei suoi occhi, esattamente come siamo. Di esseri accettati come persone, unica nel suo genere. Pensante. E quella luce deve essere sempre dentro di noi, nel nostro cammino. Io c'ho soffiato sopra, ho spento quella fiamma. E ho anche buttato la candela che ne era l'essenza. Ma questa, è un'altra storia.

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