riesco meglio ad affogare

E se staccano la mano che mi regge dalla pancia la paura è tanta,non mi sento ancora pronto.

giovedì 8 settembre 2011

e una danza, una danza che non si ferma più.


Potrei credere solo a un dio che sapesse danzare.
Una scritta su una maglietta che riapre un intero mondo, un mondo dimenticato e un po' pericoloso. Il mondo di io che scrivo senza sapere bene il motivo. Tanti i forse, troppi i ma. Probabilmente l'unica cosa che sempre accade è come lo star bene mi precluda questa capacità. Se io sto bene non scrivo più. Così dopo un po' mi preoccupo. Penso che debba tornare a scrivere, ma temo di deludere me stesso. Perché tutto va bene e non ho motivo di alterare la realtà. Forse un po' mi mancano le cose che non vanno bene, è un po' come mantenersi in allenamento. Se non corri per mesi la prima volta che riprendi il giorno dopo resti paralizzato a letto. Se tutto va bene appena le cose vanno male resti paralizzato in casa. Forse più una droga, dopo un po' da astinenza. Un'astinenza cattiva, come quella delle droghe. Ma meglio non pensarci a certe cose. Meglio vivere senza porsi stupidi problemi. Senza rimpiangere il fatto che non so più scrivere, tanto diverrò psicologo e aiuterò le persone. Bacerò polsi e ricucirò ferite. Da buon chirurgo del cervello. Almeno spero. Fare in tre giorni ciò che avrei dovuto fare in sei mesi di università. Riuscire a stare tranquillo anche senza lo zoloft. Bere camomilla alle 7 del mattino perché ha un buon gusto. Galeotta fu una maglietta durante l'eterna attesa dell'abbonamento GTT. Galeotto fu Lucio Fontana in un balcone pieno di cenere. Ritrovare dal nulla le idee geniali che tanto a lungo erano andate in ferie dalla mia testa. Viaggi in treno a fianco dei testimoni di Geova che per qualche strano motivo li sento quasi vicini a me. E' fratellanza universale, beibe. E' come pregare Shiva e mangiare Falafel, è come sentirsi in sintonia con il mondo. Stronzate un po' new age. Sentirmi una persona normale. Poter prendere aria almeno per un po'. L'importante è prendere aria. Farla uscire pian piano dai polmoni, dovrebbe essercene sempre a sufficienza per alcuni giorni. Poi la mancanza di ossigeno si fa sentire, ma l'importante è non disperare. Non farsi prendere dal panico. La scelta sbagliata commessa anche troppo a lungo. In infanzia è più facile imparare a nuotare che in età più avanzata. Ma non è mai detta l'ultima parola. Ci vuole coraggio, ci vuole tempo. Pian piano si affina la pratica. Bisogna fare attenzione a congestioni, ai crampi ai muscoli, ai mal di pancia. Cose passeggere. Nulla in confronto allo spettacolo di un corpo armonico in movimento in uno spazio che ha dell'innaturale. L'acqua cristallina. Pura? Ciò che conta non è il fatto che io continui a scrivere da cani, ciò che conta è che il timone ora gira giusto.