riesco meglio ad affogare

E se staccano la mano che mi regge dalla pancia la paura è tanta,non mi sento ancora pronto.

venerdì 1 luglio 2011

smania di fama


Nella mia testa ogni mattina c'è un Claudio Snatamaria che grida AMATEMI...ed è bello, perchè a volte qualcuno lo sente
Una delle didascalie più agghiaccianti in cui mi sia imbattuto. Terrificante come i tuoi racconti al telefono che si concludono con un nulla di fatto e la voglia di piangere che prende il possesso di me. Perché non ho saputo esprimermi e sono nervoso per delle cazzate così finisco per diventare cattivo. Perché sono cattivo, di una cattiveria vorace che divora le persone che più amo. Non so il perché ma finisce sempre così. Come quando non reggo le domande di mio padre e abbasso sempre più il volume della voce sapendo che lui non mi sentirà in modo da instaurare un litigio. Come mia madre che è frustrata per il suo lavoro e tratta di merda tutti ma in modo alquanto fine, con una cattiveria che va a colpire i punti critici delle persone e le fa stare male come un cane. Tanto lo fa lei quanto la sua migliore amica. Ed è una cosa che temo abbiano trasmesso a me a mia volta. E mi disgusta perché è l'arma di difesa delle persone deboli e misere come son loro. Deboli, misere e infelici. La zitellona che nessuno si fila al pari di zia Patty e zia Selma dei Simpson e la donna a cui troppo è andato storto nella sua vita per colpe non sue. Così si vendica con gli altri, una vendetta che ha del folle e colpisce le persone che più ama. Come un ciclo di distruzione che però pian piano si amplia ad altre persone che talvolta sfuggono da queste reti di mali. Come Shiva che balla nel cerchio del cosmo che una volta spezzato pone fine al mondo. Così questa rete una volta spezzata lascia spazio alla disperazione. Quasi un estetismo al contrario. Quasi il fare l'elitario perché ha un fascino deprorevole chi fa il superiore con me a buon motivo. Perché finisco per odiarli, ma alla fine so di amarli ed esser solo tremendamente invidioso di loro. Ma l'unica vera domanda che dovrei loro porre è sul come possano farcela. Come oggi che ti avevo promesso di chiamare la psicoanalista ma non ho il coraggio perché sono timido e ho paura delle segreterie telefoniche. Perché davanti all'autorità mi viene il capogiro e inizio ad avere caldo e la vista si annebbia e inizio a parlare ed emetter parole che non sempre sono mie, cerco di esprimermi al meglio e mi vengono in mente le peggio volgarità. Perché da quando Andy Warhol prometteva 15 minuti di fama a ognuno di noi io non ho saputo rinunciare. Forse per andare solo in cerca di qualcuno con cui parlare dei miei pensieri più impuri e sconcertanti. Perché mi spaventa non dormire la notte e studiare psicologia sociale alle 3 e 30 del mattino, perché c'è un caos infernale nella mia testa tra misticismo e occultismo, filosofia e storia, psicologia e eventi passati, parlare con gli angeli e sognare demoni, la forza della natura e i guai del comunismo, la mia infanzia e il sistema capitalistico, la fine del liberismo e l'inizio della mia sanità mentale, fermare la paranoia e la canalizzazione, dormire e lo zoloft, lettori fissi e battute per fare il simpaticone, cercare fama e restare di nicchia, fare l'elitario snob ed essere un coglione fancazzista. Le sigarette e il mal di gola, l'alcol e il mal di pancia. Il sangue dal naso e le croste sui piedi. L'afa e le 110 pagine quotidiane. L'eterno ritorno e il Nietzsche animalista, il regno della Bestia dell'apocalisse e i libri di Paulo Coelho. La fiducia nell'uomo e l'insostenibile leggerezza dell'essere, la gelosia e le persone a me vicine, le liste di Caos Calmo e le puntate di How I met your mother. Emily Osment e Miley Cyrus. Zelda Williams e la barba del padre. Le crisi isteriche in piena pubblicità. Le nottate in cui spero che tu mi scriva qualcosa. La sveglia ogni 2 ore dalle 8 della mattina e scendere all'una dal letto. Essenzialmente fallisco.