riesco meglio ad affogare

E se staccano la mano che mi regge dalla pancia la paura è tanta,non mi sento ancora pronto.

martedì 28 dicembre 2010

sempre una gioia.

i miei che litigano la vigilia mi spiegano che la costituzione di questa famiglia si basa sulle colpe e sull'attribuire sempre un colpevole per tutto su cui scaricare ogni colpa e mai accettare le cose per quello che sono. (seppur inconsciamente)

giovedì 23 dicembre 2010

quando un cielo stellato sul soffitto della propria camera ha ragione d'esistere.


E' la resa signor capitano. Questa è la resa. Stiamo abbandonando il campo di battaglia. Bandiera bianca.
Per noi la guerra è finita. Non prenda questo gesto come una sconfitta. Ci stiamo solo arrendendo a un'impresa insormontabile. Vogliamo solo tornare a casa. Abbiamo mogli e figlie ad aspettarci. Io ho abbandonato la piccola Dorotea,sarà cresciuta,a breve dovrò trovarle un buon marito che sappia prendersi cura di lei. I campi esigono cure da parte nostra. Vogliamo sentire i profumi di casa,la cucina che emana odore di carne sul fuoco e verdure stufate. Vogliamo riabbracciare le nostre donne,sentire la loro pelle vellutata sulle nostre labbra,farci l'amore come se fosse la prima volta,perché sarà la prima volta dopo tutto questo tempo passato in terra straniera. Non si offenda capitano,le sarà dato il giusto onore,sarà da noi ricordato come un valoroso condottiero,avrà il suo trionfo ritornati a casa. Nessuno oserà guardarla con disprezzo senza incorrere nella nostra ira,nel nostro rifiuto di un simile e inaccettabile comportamento.
Solo che siamo castelli di carte. Siamo fragili. Basta un soffio di vento per riuscire ad abbatterci. Potremmo morire con maggior facilità rispetto alle stragi causate da un banale raffreddore contro gli Indios in America. Abbiamo equilibri interiori troppo precari. Basta un nulla per spezzar tutto dentro. Come la goccia che fa traboccare il vaso. Una semplice goccia,come ne esistono a milioni,dentro il vaso. Come infinite se ne trovano in natura,negli oceani desolati. Una goccia,solo una,e tutto dentro si distrugge come un uragano su capanne di paglia,come un terremoto in una favela. Scusi capitano,ma noi vogliamo soltanto sopravvivere.
Tornare a casa. Rivedere ancora una volta i nostri figli. La nostra terra,i nostri averi. Rivivere i luoghi della nostra infanzia. Della nostra adolescenza. Quella gioia e quella spensieratezza che mai più troveremo.
Vogliamo invecchiare e diventare saggi,oppure amorevoli nonni e tener sulle nostre ginocchia i nostri nipotini,per poi spegnerci in una notte d'inverno su una sedia a dondolo davanti al caminetto,mentre fuori nevica ,scaldati dal calore parentale. Noi vogliamo solo salvarci,capitano. Perché comunque vada a finire di qui non si esce vivi. O perlomeno integri. Ma noi vogliamo salvarci. Non vogliamo morire in terra straniera. Provi a immedesimarsi nel nostro punto di vista. Anche lei avrà sicuramente moglie o figli ad aspettarla a casa. Anche lei avrà abbandonato qualcosa per venire qui. Cerchi di cancellare quella sete di gloria che le annebbia la vista. Cerchi di capire ciò che le stiamo chiedendo. Noi la amiamo come un fratello,continueremo ad amarla come un fratello,ma ora vogliamo salvarci,più di ogni altra cosa,perché la fine è ormai vicina. La sentiamo bussare ogni notte nei nostri cuori,nelle nostre tende. Giungere da questi boschi tenebrosi e ignoti,pieni di storie e riti mai ascoltati dalle nostre orecchie. Streghe e folletti da noi mai affrontati. Spaventosi. Terrificanti. Torniamo alle navi,torniamo a casa. La guerra è finita. La guerra è finita.

Capire il loro punto di vista,come potrei non averci pensato prima? In fondo sono il loro capitano. Ho il potere sui miei uomini,ma non per questo devo ignorare le loro richieste. Il loro punto di vista. Il problema è che io non conosco il loro punto di vista. Li ho spinti a una missione in cui nemmeno io credevo,l'istinto romantico della guerra,oserei chiamarlo. Quell'idea di compiere qualcosa di tremendamente virile e profondo,che dia un senso alla mia esistenza troppo vuota di significati. Venire a combattere contro un popolo che non conosco nemmeno lontanamente,senza un valido pretesto,appoggiato da uomini valorosi e fedeli,amici,fratelli,decisi a seguirmi nelle scelte anche più avventate,nessuno che abbia pensato di dirmi che forse avrei potuto aver avuto un abbaglio,erano fiduciosi di me,pendevano dalle mie labbra. Credevano in me quando promettevo loro tesori enormi e paradisi terrestri,li rendevo artefici di una giustizia divina troppo umana,li innalzavo al pari degli dei portatori di una falsa giustizia presso popoli ignoti e non desiderosi di tormento. Tutto questo per trovare la mia pace interiore. Per riempire i vuoti lasciati dalle mie giornate troppo uguali,l'una all'altra. E loro mi son sempre stati fedeli,ed anche ora che ritengono di aver raggiunto un punto eccessivo,lo dicono con il sorriso sulle labbra,con la gioia nel cuore,come se si rivolgessero a un fratello,a un amico e non a qualcuno che li ha condotti al patibolo pur di poter provare una qualsiasi emozione. Il problema è che io son più fragile di tutti loro. Foglia morta caduta da un albero in autunno e mossa dal vento senza poter prestare opposizione. Mosso così dai vari stimoli che manipolano la mia vita,senza esser in grado di prenderne il controllo,come un auriga che tenta invano di comandare un cavallo imbizzarrito sfuggito ormai al suo controllo. Li ho portati fin qui a morire la morte dello spirito,prima ancora della morte delle carni,in terra straniera,lontano da casa,dai loro averi e dai loro cari,solo perché a me non è destata simile fortuna. Solo perché ho deciso di creare il vuoto intorno a me. Solo perché io mi vanto di essere morto. Solo perché io non ho mai amato nessuno. Perché tutti i miei uomini hanno lasciato il loro cuore da qualche parte,chi a casa,chi in qualche osteria o locanda di passaggio,chi in qualche bettola sporca e maleodorante di piscio e segatura. Ma io,capitano di questa comitiva,non credevo di avuto questo onore,e per invidia o per rabbia ho deciso di vendicarmi in questo modo,con questa guerra inutile e priva di significato. Solo per far soffrire gli amici che mi hanno accompagnato,per far capire loro cosa voglia dire provare la mancanza di qualcosa,seppur la mancanza di qualcosa mai avuto non può esser paragonata ad una privazione. Ho dovuto viaggiare chilometri e chilometri per approdare in terre straniere,fiducioso che i miei demoni non mi avrebbero seguito,invano,per comprendere che il collante di tutto risiedeva in me. Ma ora è come realizzare che così non è. Come svegliarsi da un brutto incubo e capire che tutto era solo stato immaginato,sognato. Penso che ora tutto mi è chiaro,seguirò gli ordini dei miei uomini,non darò peso al poter passare per codardo una volta tornato a casa. La prendano per una fuga,se vogliono. Io penso solo che il mio sia solo un voler ritornare a vivere. O perlomeno sopravvivere. O perlomeno salvarsi,in qualche modo. Perché la guerra è finita,insistono a dire i miei uomini. Perché la guerra è finita,la guerra è finita.

venerdì 10 dicembre 2010

post-adolescente canta fallimento professionale



(per quello coniugale bastano i suoi genitori)

Cercherò una donna da amare con corredo genetico dalle mutazioni cromosomiche diverse dalle mie per evitare malattie ereditarie e mutazioni genetiche all'occorrenza di un figlio (da far pianger Majakovskij)
Del genere scambiamoci i nostri tabulati genici prima del numero di telefono che se non vai bene non ci sentiamo nemmeno più.
Un disastro volessi una sveltina nei cessi.
Andiamocene al mare,donna.
a bere spritz sulla spiaggia
d'inverno con l'acqua che ghiaccia (ma il mare no)
e le nostre gambe pure (dentro a jeans troppo stretti troppo uguali uomo e donna)
e le nostre scarpe pure che son ormai troppo sfondate
che la vans fa affari d'oro
che i piedi congelano uguale.
I miei vestiti tutti laceri (la sciarpa di Londra sa di funerale).
Smettere di mangiare pranzo e usare la tv come covo per gli acari della polvere.
Dichiaro la mia indipendenza,padre.
foto n°19 della pellicola della Petri.
ferma gli aerei con gli sms
vestiti di Aladdin con il tappeto del mouse non volante e internet dei vicini
You are not the lizard king,you can't do everything you need.
Piero Manzoni era solo un ottimo conoscitore d'arte,poi.
Lucio Fontana è troppo teorico poi.
Io resto (vesto) nella mia ignoranza e fingo di capire la metafisica del prog rock,gli spazi astratti di una tela squarciata (e scrivo "r" e "v" uguale).
mai nessuno che vorresti ha voglia di un Martini quando decidi che è il momento giusto per l'ultimo assalto al bar per conquistarlo.
Investimenti sufficienti a malapena per sconfiggere gli spacciatori di spumante e finkbrau nei discount
Ti proclamo re delle parole,con un coraggio che ha del pazzesco.
che poi ciò che conta è scrivere i proprio pensieri perché non vadano perduti come se potessimo registrare tutto quello che passa attraverso il nostro cervello come se potessimo fare tutte le cose geniali che ci vengono in mente come se
Tasche stracolme di ricordi e fazzoletti usati
corde di chitarre che si suicidano nell'armadio
LIBERAMI DALLA NOIA
(che a non accontentarmi mai creo il vuoto intorno a me)
che crescere fa un pò schifo ma accettare tutto non va giù.
acida acido acida acido acida acido acida acido acida acido
voglio andarmene dalla provincia senza stuprarla ma con dignità,senza fuggire destando gran scalpore (guarda,c'è un coniglio) ma come un uomo che perde la donna amata perché è stato tradito e non vuol destare scandalo.
E nella notte,nella nebbia,lentamente se ne va in cerca di tranquillità e un poco di vitalità.
chissà come deve essere la vita da pipistrello...
in fondo anche gli anelli aromatici hanno crisi di identità
(la morte è una parte essenziale della vita?)
[la morte è necessaria per la vita?]
Ma il problema è che magari me la caverò non male ma lo faccio più per lavoro che per passione,diventerò sempre più ignorante e non potrò andare nelle mostre d'arte a fare fa guida agli altri che è una cosa stupenda ma so davvero poca roba. Solo che in Italia non puoi amare l'arte se non la pratichi e produci a tua volta e non sei ricco e non vuoi finire sotto un ponte e non sai ribellarti.
solo che oramai studio solo più cose scientifiche ma non è la vita che fa per me probabilmente.
solo che vedo troppa razionalità e ingenuità intorno a me.
solo che qui non fa per me e non si beve spritz nelle pause tra le ore.
solo che mi dispiace questa vita di metà con genitori di metà.
solo che poi basta che qualcuno legga,poi va bene così.

si abbassa il sipario.

domenica 5 dicembre 2010

AMATEMI!

Come griderebbe Claudio Santamaria dall'alto del palazzo all'intero mondo che lo circonda.
Non voglio più perdere.
Non voglio più esser sconfitto.
Non voglio più esser deulso.
Non voglio più subire.
Non voglio più stare male.
Che chi lo ha preso troppo in culo non lo vuol raccontare,gli basta di ridarlo per potersi vendicare.
QUESTA VOLTA VOGLIO ESSER IO A FAR SOFFRIRE GLI ALTRI
QUESTA VOLTA VOGLIO ESSER IO A PORTARE SCOMPIGLIO E CAOS NELLE VITE DELLA GENTE
CHIAMATEMI RE DELL'EGOISMO PERCHE' E' QUELLO CHE SARO'.

ogni giorno vedere il treno che mi porterà a Torino per proseguire gli studi mi afforda prima lo stendermi sui binari.
il prendermi un treno in faccia.
il buttarmi di giù a capofitto.
prima di ferirlo sui fianchi ed entrare al suo interno come una zecca su un cane.
come se fosse un essere vivente reso mansueto.

http://www.youtube.com/watch?v=5h5fSSFGPnw

sabato 4 dicembre 2010

Etadone (ma che cazzo,scrivi una canzone?)


Che poi dovrei imparare a suonare una cazzo di chitarra
Prima di scrivere canzoni casuali.
Capodanno per persone tristi cade tra 27 giorni
Con un divano e il vino e il labbro inferiore dei pesci rossi
In gabbie di plastica
In prognosi riservata ma non è in fin di vita
E’ caduto poi solo dal secondo piano
Non penso volesse suicidarsi,in fondo è solo una festività depressa
Pagana come il tuo Dio inesistente
Come rubare portafogli e vagare con monete rosse
In un salvadanaio blu maiale di plastica
Vincere mille euro in gettoni d’oro con una cover classica
Pupazzi giganti e bambini incoronati vestiti da lupo
Un film sull’amicizia senza amici
Gli interni dell’Agila di plastica
I 70 orari in tangenziale
Aver orecchie solo per ascoltare il navigatore satellitare
Far orecchie da mercante di plastica
Ubriacarsi con birre in bottiglie di plastica
Scopare in cessi di plastica
Carbonio in polimeri di plastica
Seni che non subiscono chirurgia plastica
Bere vino in cartocci non di cartone
Che limono più con il mio cane che con la mia ex ragazza
Che nella tua macchia fa freddo ma ne sputtani di benzina.
Che il riscaldamento è troppo artificiale e non ti scalda come il sole.
Il cantautore dalle maglie scocciate di nero cancerogene.
Peggio dei vestiti cinesi che accusan di usare prodotti scadenti
La calvizia è ereditaria
Perdo troppi capelli
Perdo troppi capelli
Non mi crescono i baffi
Ho i baffi troppo biondi
Il sole ci acceca in macchina non ci scalda
Schiantarsi in tangenziale
Schiantarsi in tangenziale
Schiantarsi in tangenziale
Schiantarsi in tangenziale
La pioggia sul finestrino le pozzanghere sul finestrino sbandare
Finire fuori strada
Schiantarsi in tangenziale
Vendo sky vendo il cielo a 30 euro al mese
Pedaggi con uomini all’interno
Pedaggi d’autostrada
Labbro triste inferiore dei pesci rossi
Schiantarsi in tangenziale
(sono uno stronzo. siamo degli stronzi tutti)