riesco meglio ad affogare

E se staccano la mano che mi regge dalla pancia la paura è tanta,non mi sento ancora pronto.

lunedì 14 novembre 2011

gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre gennaio

Non è una cosa che si decide. E' novembre e il mondo decide di crollare. E' una verità che va accettata come tale. Come gli assiomi in geometria e i dogmi religiosi. Ti ho chiesto se volessi venire al mare con me e tu deciderai che io non devo fare più parte della tua vita. Non so secondo quale logica, non è proprio una profezia che si autoadempie ma più una variabile dipendente e una indipendente. Forse una relazione spuria, per esser psicometrici. Tu stai male senza sapere il perché, o forse non vuoi farmi del male e preferisci non dirmelo, non so. E' novembre, uscire al freddo la mattina e sentire le gambe che assiderano. E' novembre degli autobus alle cinque del pomeriggio che passano per corso Massimo all'imbrunire e io vorrei solo piangere ma mi trattengo perché si sta schiacciati come sardine e non voglio far brutta figura. E' novembre e non mi interessano le foglie che cadono, i colori dell'autunno, gli alberi spogli, le caldarroste. E' novembre dalle vampate di calore e le fitte allo stomaco, i pensieri lancinanti e gli attacchi d'ansia senza un motivo. E' novembre che precede dicembre, che anticipa capodanno, che è tradizione passare male. E' novembre uno di quei mesi in cui la vita prende necessariamente una piega sbagliata. Che se ci fosse un dio gli chiederei perché prima di dirgli che farebbe una miglior figura a fingere di non esistere. E' novembre piangere sperando che i miei non entrino in camera e si incazzino come al solito perché c'è sempre qualcosa che non va. E' novembre del Luca sei sempre depresso. E' novembre e domani andiamo a vedere le stelle che almeno possiamo fingere di piangere di commozione ma in realtà piangere di tristezza da buoni amici. Anche se non so la strada del belvedere e in città ci sono troppe luci e in campagna troppi campi coltivati percui magari mi chiudo ancora in camera e piango da solo guardando le stelle del presepe appese al soffitto.

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