riesco meglio ad affogare

E se staccano la mano che mi regge dalla pancia la paura è tanta,non mi sento ancora pronto.

mercoledì 2 dicembre 2009

fantasmi paranoici




Arrivò dicembre,faceva freddo.
Il clima non era tremendo,non si era ancora vista la neve qui da noi.
Faceva freddo dentro di me,principalmente.
Dormivo a metà le mie giornate,il che mi permetteva di non pensare troppo.
Il tempo passava tra un libro d'evasione (più che per la leggerezza per i temi affrontati e la gran voglia di fuggire che mi metteva in corpo) qualche parola in chat e programmi inutili in TV.
Ero ossessionato da Alexander Platz,l'unica cosa per cui sarei stato grato a X-Factor e le Yavanna.
Era anche uno degli unici motivi per cui sarei andato a Berlino,oltre ai graffiti di Keith Haring,il checkpoint Charlie (di cui amavo solo il nome Charlie) e forse i ragazzi dello zoo di Berlino.
Intanto al cinema davano un film sulla Ronconi,ed io mi ero innamorato di uno dei passi dei diari minimi,scritto nel carcere di massima sicurezza di Alessandria.
Ed eravamo bellissime. Che letto da Vasco Brondi aveva un effetto tutto suo.
Ogni giorno mi chiedevo perché mai alzarmi dal letto,finché non arrivavano i ricordi,allora correvo a fare colazione.
Ogni giorno era uno scampare qualche fantomatico esame del sangue proposto da mia madre,per via del mio esser sempre stanco,non voluto da me,per agofobia,semplice paura degli aghi.
Di certo non agorafobia.
Intanto il sangue scorreva via dalle gengive,ed ogni sera mi ritrovavo a recitare solo in camera Bukowski.
Lo invidiavo,era un poeta,un artista,un dongiovanni,un alcolizzato,un misantropo.
Chi non avrebbe amato una persona così?

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